GIORNI DI QUARESIMA
nello spirito di Padre Pio
di Gherardo Leone
San Giovanni Rotondo, 2 marzo 2003
I cristiani accostano alla comunione. "Il
corpo di Cristo", "Amen". "Il corpo di
Cristo". Due semplici parole. Che racchiudono tutto il
Cristianesimo. Sintetizzano la sostanza della nostra fede. Basata su
un corpo, che fu terrestramente vivo. Venne alla luce, concepito in modo straordinario.
Si mosse tra gli uomini, dicendo loro parole insolite. Che
completavano quelle dei Padri, dei Profeti. Scarnificando i poteri,
gli apparati di egoismo, di ipocrisia. Esaltò la misericordia, il
perdono. Privilegiò la sofferenza. Mise al primo posto la carità,
condannando la sterile ricchezza. Per tutto questo fu accusato di sovvertire la
Legge, di sobillare le turbe, adombrando loro un regno che spiazzava
quelli del suo tempo. Fu giustiziato per togliere lo scandalo di
quelle parole ingombranti, annullarle, farne perdere la memoria, per
sempre. Inchiodandolo su una croce, in vista di tutti, accomunato a
due comuni delinquenti, perché fosse ben chiaro a tutti che non
differiva da loro. Non era un profeta, un unto di Dio. Ma un
malfattore, ciurmatore e imbroglione.
5 marzo
A piedi scalzi, nei sandali tradizionali del
cappuccino.Piedi vigorosi, temprati a tutti i rigori. Ma mi riesce
difficile pensarli nella pioggia, nella neve, nel vento. Nel freddo
di questa mattina di mercoledì delle Ceneri. Si è messo anche lui
in fila con i fedeli, alla messa delle sei, dopo il vangelo, per
riceverle, con un segno di croce sulla fronte all’attaccatura dei
capelli. E un uomo robusto, come se ne vedevano tanti un tempo
scaturiti dalla clausura dei vecchi conventi. Solidi, per aver attraversato tutti i deserti
della vocazione. Dal noviziato in poi. Provati dal digiuno, dalla
penitenza, dallo scavo assiduo nella propria anima per strapparne i
difetti. Sotto la guida di maestri dalla figura di condottieri, che
sembravano non avere necessità fisiche, di riposo, di svago, di
nutrimento. Né debolezze. Né sentimenti che non fossero quelli
della devozione. Scorbutici anche all’apparenza.E invece erano
dolcissimi, capaci di parole, di gesti quasi infantili, di
confidenze, di amicizia senza ombre. Come possiamo vedere nella
corrispondenza di Padre Pio con padre Benedetto e con padre
Agostino. Due autentici maestri di spirito. Tutti e due garganici.
Lo stesso paese, San Marco in Lamis. Chiuso in una valle da presepe,
tra dirupi, boschi, colli. Dove, come in altri paesi del Gargano,
nessun progresso può annullare l’asperità dei luoghi e l’asprezza
delle stagioni. Quella stessa tempra, nell’aspetto, trovo in
questo cappuccino che ora, nella chiesetta antica, del tutto deserta
in questo momento, fa la via crucis. Percorrendola dal lato sinistro
in giù, poi risalendo a destra. Lo sguardo alla stazione affissa
alla parete, una sosta davanti a ognuna. In una preghiera pacata a
fior di labbra, senza inchini, genuflessioni, né particolare
compunzione. Le braccia lungo i fianchi, il cordone che gli cinge la
vita quasi troppo esiguo per la sua mole. In cui anche il saio
appare nella sua essenzialità di sacco, che sta a malapena sulla
sua persona, e mostra in fondo il collo del piede nudo. E quel fare la via crucis, così in solitudine,
con quell’aspetto di viandante senza intralci terreni, all’inizio
di una giornata per noi cristiani tutta religiosa, frammezzo a un
mondo sconvolto da minacce massiccie di distruzione, grondante di
sofferenze, col contrasto stridente degli orpelli dei festival,
delle sfilate di moda, delle invenzioni di voyerismo televisivo, mi
è di esempio e di speranza. E lo stesso provo vedendo, poco dopo, nella
cripta di Padre Pio, anch’essa in questo momento deserta, due
ragazze sedute in un angolo della panca di fondo, l’una accanto
all’altra, che pregano, senza ostentazione. Con quel raccoglimento
che denota un voler stare soli con la propria anima. Con pensieri,
sentimenti, prospettive, aspirazioni, speranze ben diverse da quelle
inutili e fatue che una cosiddetta civiltà mediatica vorrebbe
imporci. In una omologazione di idee, di costumi, che purtroppo
contagia anche chi dovrebbe essere all’avanguardia della
autenticità della vita cristiana, in un appiattimento sciapo e
melenso di fede e di pratica religiosa. Cedimenti che il Papa
condanna con assillante perseveranza.
6 marzo
Sta finendo una messa in cripta. Gli ultimi
fedeli si accostano alla comunione. Alla benedizione finale si fanno
il segno della croce. Poi, mentre il sacerdote si allontana col
calice tra le mani, si dispongono tutti in tondo tra l’altare e la
tomba prendendosi per mano. Al centro della fila circolare, davanti
all’urna del Gesù morto, una donna tutta ricoperta da una felpa
bianca, guida una preghiera recitata coralmente da tutti. Per quanto
veda da lontano, dall’altra parte come sono della tomba di Padre
Pio, è distinta, giovanile. Poco più tardi, a gruppo disperso, la rivedo
vicino al Centro di Accoglienza che traffica vicino a una macchina,
i cui sportelli aperti mostrano un interno stracarico di roba
ammucchiata. Confesso di essere costituzionalmente curioso. Già in
cripta avevo adocchiato il tesserino che molti fedeli portavano al
petto, con una scritta su una immagine che mi sembrava quella della
Casa Sollievo.Volevo vedere da dove provenivano, ma la timidezza mi
tratteneva. Solo quando ho incrociato sulla porta della chiesa un
signore con quel segno di riconoscimento bene esposto sul petto ho
accennato di volerlo leggere. C’era effettivamente la foto della
Casa Sollievo della Sofferenza, con una frase di Padre Pio, ma non
il nome del gruppo o della città. Quella macchina, ora, di modello non comune, con
una grande ruota di scorta affissa dietro, poteva essere l’occasione
di saperlo. Ho deviato un poco per passarle più vicino e poter
leggere la targa. Ho fatto appena in tempo a vedere un MI, che la
donna dalla felpa bianca si è voltata, e togliendosi gli occhiali
da sole ha cacciato esclamazioni di gioiosa sorpresa. Era Brunella Pavone, una donna che dei suoi
talenti di canto ha fatto un mezzo di apostolato. Dedicando tutto il
tempo che le rimane dalla sua professione di architetto, di moglie e
di madre di famiglia, alla testimonianza della fede: in Cristo, in
Padre Pio. Senza lasciarsi contagiare dalle sirene del mondo, che
vuole per la donna un ruolo di seduttrice, cucinandola in tutte le
salse, vestendola e svestendola, contraffacendola, mascherandola,
piegandola come un fantoccio alle proprie fantasie. Continuamente
varianti. Come un semplice oggetto per il piacere, e la dannazione
dell’uomo. Leggo le cronache della moda, saporitamente
scritte da donne. Una, ieri, mercoledì delle Ceneri, su "Il
Giornale", da Milano, di Paola Bulbarelli: "Bella.
Esageratamente bella. Sexy. Che di più non si può. E'
affascinante, grintosa, sicura di sé. Anche aggressiva. Quasi da
averne paura. Donatella Versace ha deciso così. Ha deciso che le
donne devono buttarsi nella mischia con gli occhi bistrati di nero,
i capelli lisci lunghissimi che sfiorano la vita e tacchi da almeno
undici centimetri". "Ha deciso così", scrive, non a
caso, la brava e attenta cronista. Decidono gli stilisti per loro,
maneggiandole come credono, come i tessuti, i veli, gli ornamenti
delle loro creazioni. E le donne, vanitose, si lasciano andare, nel
buon gusto e nel cattivo gusto, nel gradevole e nello sgradevole,
nell’eticamente accettabile e nell’inaccettabile. "Gli ebrei" leggo anche nello stesso
giornale, a proposito del giorno di digiuno richiesto dal Papa,
"digiuneranno il 17 marzo, nel giorno dedicato alla regina
Ester". La regina Ester, ebrea, sposa di Assuero, potente re di
Persia, per andare dal consorte a implorare la grazia di salvare gli
ebrei condannati a morte da un consigliere perfido, si preparò con
grande cura per far colpo su di lui e piegare il suo cuore. "Si
coprì di tutto il fasto del suo grado... Appariva rosea nello
splendore della sua bellezza, e il suo viso era gioioso, come
pervaso d’amore". Voler apparire belle non è peccato. Il
Cristianesimo non mortifica la donna, non vuole umiliare le sue
doti. Quando una ragazza che vestiva in modo sciatto andò a
lagnarsi da Padre Pio perché non trovava marito, Padre Pio, che la
vedeva così malconcia, sbottò in un infrenabile "Figlia
mia, e acconciati ‘nu poco".
Gherardo Leone
6 marzo 2003
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Riflessioni
sulla Giornata della donna
IMITIAMO
LE DONNE
FORTI E CORAGGIOSE
di
Brunella Pavone
Sono la quinta di
nove figli. Il mio babbo Luigi scomparso circa un anno fa era
di Trivento in provincia di Campobasso, indefesso lavoratore,
burbero, dai modi non certo gentili, ma tanto buono e devotissimo di
Padre Pio. Non ricordo mai di aver ricevuto uno schiaffo da lui. Con
dolcezza mi tornano in mente le favolette ripetute centomila volte
oppure quando, a due a due, ci faceva cavalcare sulle sue ginocchia.
Il classico esempio di "can che abbaia non morde".
Padre Pio, che lo aveva confessato e scacciato dal confessionale la
prima volta, lo aveva capito bene e lo ha aiutato moltissimo nella
sua lunga e penosa malattia.
La
donna di oggi non è solo mamma
Mia madre, chiamata
da tutti "donna Sisina" e da noi figli "mammina",
è napoletana; severissima, tenace e perseverante,
educata, avviata sin da piccola al commercio, intelligentissima priva
di smancerie, carezze e balocchi, ma ricchissima di
insegnamenti positivi. Ho cresciuto cinque fratelli maschi.Sin dal
mattino (a soli 13 anni) lucidavo cinque paia di scarpe, stiravo ed
inamidavo cinque collettini bianchi per la scuola e sbattevo circa
dieci uova per il classico zabaione. La notte stiravo tantissimi
grembiulini, camicie, pantaloni, bavette, pannolini e tutto ciò che
poteva servire in una comunità di undici persone. Cuocevo due chili
di pasta; di pomeriggio, insieme alle mie sorelle, rigovernavo la
casa e poi iniziavo a studiare. Mia
madre si interessava soltanto del commercio senza tralasciare mai la
santa Messa domenicale e il Te Deum a fine anno. Era una
perfetta manager. Veniva rispettata da tutti e a noi figlie
toccava sostituirla anche nelle sue mansioni materne. Quando tornavo
dall’università dovevo lavorare nel supermercato dei miei e nulla
mi era dovuto, neanche un grazie. Ho voluto raccontare ciò non per
rabbia, bensì per far comprendere che sono riconoscente ai miei
genitori per l’educazione impartitami e per il loro modo di agire.
Avrei soltanto desiderato quelle coccole che non ho risparmiato ai
miei figli, che ringrazio di cuore insieme a mio marito per il
prezioso aiuto che mi danno, soprattutto assecondandomi in questo
mio apostolato di preghiera e di carità cristiana. Oggi, invece,
sono tanti i ragazzi che dicono: "Debbo studiare, mamma fai
tu!" senza pensare minimamente che la donna di oggi è
mamma, casalinga, impiegata, medico, moglie, catechista, fa
volontariato. Inoltre, spesso riveste il ruolo di moglie, amica,
sorella e dev’essere sempre materna, soprattutto con il marito!
Leggevo un pensiero di Padre Pio (da una figlia spirituale): Una
volta mostrai al Padre un bellissimo ramo di biancospino fiorito ed
esclamai: "Quanto è bello!". "Sì — disse
il Padre — ma più dei fiori sono belli i frutti". Mi
fece intendere che più dei santi desideri sono belle le opere.
Tante
sono le donne devote di Padre Pio
Dobbiamo
imitare le donne forti e coraggiose bibliche: Ester, Giuditta,
nonché le figlie spirituali di Padre Pio, per il quale non bisogna
essere frivole, prolisse, invadenti. "Fa’
in modo che il presente anno sia più fertile di quello scorso"
(Padre
Pio). "Stàccati
dal mondo. Ascoltami: se una persona si annega in alto mare e una si
affoga in un bicchier d’acqua. Che differenza trovi tra queste
due: non sono egualmente morte?" (Padre
Pio). Cleonice
chiese a Padre Pio: "Qual'è la mia missione?". "Essere
di esempio agli altri. Dire una buona parola a chi ne ha bisogno.
Amare Dio e i fratelli" (Padre Pio). Essere
coerenti è difficile! E poi, chi testimonia Cristo ha l’obbligo
di perdonare, anziché di avallare e di celare situazioni che si
procrastinano continuamente. Padre
Pio non ammetteva mezze misure; esigeva sempre abiti modesti,
lunghi, al di sotto delle ginocchia. Tante sono le donne devote del
Padre e cattoliche le quali anche in chiesa fanno strazio del pudore
e della decenza. Rammentiamo che san Paolo, nella lettera ai
Colossesi (3,5-6), dice ".. . e
soprattutto per questi peccati della carne che si scatena la collera
di Dio!". Molto
spesso i genitori di oggi ostentano, sull’altare, le bambine
chierichetto in minigonne e pantaloncini. Alcune quindicenni e
ventenni proclamano la parola di Dio indossando fuseaux
attillatissimi e gonne dagli spacchi vertiginosi. In tal modo, si
rende onore a Gesù, alla Madonna e a Padre Pio? Facciamoci coraggio
e, agli atteggiamenti tipici dei tanti don Abbondio, difendiamo il
nostro pudore e la nostra femminilità: che sia decorosa e ad
immagine di Maria di Nazareth.
Prima l’anima e poi il corpo!
Padre Pio spesso raccomandava come sia d’uopo comportarsi in
chiesa e come concentrarsi per accostarsi al divin Sacramento.
Quando sono in
pellegrinaggio, osservo che tante donne prima di entrare nei
santuari e appena ne escono, testimoniano bene il vizio del fumo,
noncuranti del fatto che hanno ancora Gesù nel cuore! Quanti
sono i cartelli affissi dalla Direzione sanitaria nella Casa
Sollievo che raccomandano la pudicizia! Molto spesso noto che sui
posti di lavoro alcune signore sono convinte di sfilare in
passerella come per delle sfilate di moda, senza pensare che c’è
il Direttore, l’usciere, l’ingegnere, l’infermiere, lo
studioso, l’alunno, il marito della collega di stanza, il
monsignore, il parroco. Per giunta, anche in piazza San Pietro, il
16 giugno in occasione della canonizzazione di San Pio da
Pietrelcina, notavasi una palese differenza tra alcune responsabili
dei gruppi di preghiera ed altre showiniste. Le prime erano in
jeans, scarpette da ginnastica e bastoncino, le altre erano in
abbigliamento da teatro.... Intelligenti
pauca...
Ti affido un
tesoro, sappilo tesoreggiare
Santa
Francesca Romana, che Dio favoriva spesso di visioni, vide un giorno
in spirito alcune donne defunte le quali in vita avevano posto una
cura eccessiva nell’adornarsi i capelli, secondo la moda dell’epoca,
tanto da sottrarre un tempo notevole ai doveri religiosi e a quelli
del loro stato. Vide quelle anime in luoghi di pena: i loro capelli
erano diventati serpenti, che mordevano di continuo il volto di
quelle infelici. Viene da domandarsi: seguendo
la moda di oggi, quali castighi darebbe Dio? Egli è oltremodo
offeso. Afferma san Girolamo: "Una donna che dipinge il suo
viso disprezza il
Creatore, volendo darsi maggiore bellezza di quanta abbia ricevuto
dalla natura". La
mia gratitudine perenne va pure al carissimo padre Tarcisio da
Cervinara (cappuccino) che dalla giovane età mi fece innamorare di
Padre Pio. Non
dimenticherò mai quando lo incontrai in un lontano giorno del 1989,
a San Giovanni Rotondo, in santuario, dal corridoio che va dalla
sagrestia alla Sala della riconciliazione. Il mio primo padre
spirituale, vedendo le mie labbra ben pitturate, con uno sguardo
glaciale e disgustato, mi apostrofò così "Pulisciti ssu
musse!". I suoi occhi dallo sguardo penetrante e la
sua anima bella e vicina al Padre in un attimo mi fecero capire
tante cose! Man mano incominciai ad eliminare tante vanità
femminili, quali profumi, gioielli, lusso sfrenato, pellicce,
suggerite soprattutto da "mamma televisione". Quante
donne, invece di dedicarsi alla preghiera, passano interminabili
giornate davanti al televisore schierandosi e prendendo parte alle
sciocche telenovelle interminabili oppure agli spettacoli già
organizzati, commediati e pagati profumatamente, oppure affollano le
scuole di ballo assecondando le mode del momento. Affolliamo
le chiese, le parrocchie, gli oratori, i condomini, ostentiamo nelle
nostre mani il santo rosario! "Ti affido un tesoro, sappilo
tesoreggiare. Aiutiamo le anime del purgatorio, svuotiamo quel
carcere" (Padre Pio). Donne
forti, donne belle, soprattutto "dentro", donne
intelligenti, donne di preghiera, donne in carriera, questa è la
nostra giornata, riappropriamocene, non facciamocela sciupare dal
consumismo, dall’aggressività delle sex simbols, dalle
donne "calendario" che si definiscono devote di Padre Pio
e che vengono a San Giovanni Rotondo per motivi che conosciamo
abbastanza bene. Ora va di moda sfilare a San Giovanni Rotondo, il
successo è garantito!
Regaliamo
il sorriso, la gioia, il buonumore
La
nostra mimosa sia rappresentata dal buonumore. Sorridiamo, via dai
nostri volti la tristezza! Ammonisce San Pio: "La
tristezza è la morte lenta dell’anima e non è utile a
nulla". Quando
la mattina alle 6,30 esco di casa per recarmi ad ascoltare la Messa,
saluto tutti con il classico "Pace e bene" cominciando
dallo spazzino o adesso, spazzina. Dobbiamo regalare il sorriso, la
gioia, l’entusiasmo e non l’usuale malumore: "Sempre
peggio! Che si campa a fare? Un’altra giornataccia!".
Imitiamo padre Innocenzo (cappellano della Casa Sollievo. NdR) che
risponde a "Come va?" "Sempre meglio". "Padre,
ma come arriva in convento? L’accompagno?". "Io ho le
ruote di scorta!". "Padre, ha sofferto per l’intervento
alla gola?". "Ho
sofferto tantissimo ma sono felicissimo perché ho potuto
sperimentare in piccolo la sofferenza di Gesù". Noi
spesso ci lamentiamo. Rispondiamo così: "Oggi va meglio di
ieri e domani andrà meglio di oggi". Ogni
anno, l’8 marzo predispongo un pellegrinaggio e vi assicuro che
tutti i cuori dei partecipanti, compresi i mariti ed i fidanzati, si
impreziosiscono di una ricchezza spirituale che sostituisce le
preoccupazioni mondane. Lo spirito è portato a cercare i valori
eterni. Il cuore è pago e il mondo futuro appare in una visione
carica di armonia e di pace. Le
nostre mimose diventino gli epistolari di Padre Pio, di santa
Teresina, di santa Chiara, di Cleonice e ci arricchiremo di un
tesoro unico trovando le risposte ai nostri quesiti.
Sana sana e
santa santa
Donne,
desidero invitarvi ad un raduno meraviglioso, vi lancio una sfida:
organizziamo non la
festa della donna, ma la "Giornata della donna", a San
Giovanni Rotondo da Padre Pio il prossimo 8 marzo? E vedrete.
Ci sentiremo più
unite, più ricche, più belle, più solidali e soprattutto
cercheremo di testimoniare Gesù e gli insegnamenti del nostro amato
crocefisso senza croce. Inoltre,
il nostro pensiero andrà a quelle creature, piccole, giovani o
adulte, che vengono sfruttate, violentate, schiavizzate,
bistrattate, in diverse zone del mondo. Non trascureremo di pregare
per le nonnine anziane relegate in case di riposo o istituti di
assistenza o sole in casa a trascorrere gli ultimi anni della loro
vita, lontano dai propri affetti, dai propri cari che le dovrebbero
circondare di cure e di rispetto. La loro saggezza è come un faro
che ci guida verso il cielo, i loro capelli candidi sono simboli di
semplice innocenza (quella dei bambini); la legge di Dio; i loro
sguardi sono dolci e imploranti amore. Perché trascurarle,
abbandonarle, dimenticarle? Chi
ama gli anziani e dona loro un raggio di gioia, un po’ di
comprensione o di compagnia, un piccolo dono, un gesto gentile, lo
riavrà senz’altro nella sua vecchiaia, perché acquisterà meriti
dinanzi all’Altissimo. "Non
ci rimane, quindi, che stringerci intorno alla "dolce Mammina",
come la definiva il nostro Santo, affinché ci guidi e ci accolga
sotto il suo celeste manto. Concludo
con una frase tipica che ogni giorno mi ripete il caro don Raffaele
Bove di Campobasso, sacerdote disponibile, confessore instancabile,
pastore di forte sensibilità, figlio spirituale di Padre Pio:
"Sana sana e santa santa", e con la frase che spesso mi ripete
padre Innocenzo: "Volli sempre volli, voglio sempre voglio,
fortissimamente voglio".
Pace
e bene.
Brunella
Pavone
|
Perchè
canto di
Brunella Pavone a cura di Gherardo Leone
Da diversi anni, seguendo gli insegnamenti del mio Padre Pio, ho creduto opportuno non vedere più la televisione. (Padre Pio non era contrario al progresso della scienza e della tecnica, ma da buon profeta, aveva previsto che la televisione avrebbe sostituito il tabernacolo). Non condividendo il cattivo uso della televisione, a mio avviso, penso che nelle famiglie ci dovrebbe essere un'educazione che miri a scegliere insieme, a riflettere e a capire come può essere determinante decidere se vedere o no alcuni programmi televisivi che certamente turbano la nostra fragile psiche e ancor più quella di tanti bambini (Guai a chi scandalizza i più piccoli!...). A volte il contenuto delle canzoni volgari o senza senso mi disturba tanto, e penso che il canto dovrebbe servire a trasmettere messaggi positivi e non
ad alterare le menti e i sensi. La musica e il canto sono sublimi se toccano l'intimo umano. Il cuore umano è fatto per non restare vuoto: ha bisogno di essere riempito. Io ho provato a riempirlo con tanti messaggi ispirati musicati. Nella mia esperienza ho costatato che tanti portano con sè (dopo i miei concerti) qualcosa su cui pensare, su cui riflettere e progettare...per cui vivere in una dimensione diversa. Con alcuni miei canti cerco di far comprendere soprattutto ai giovani che nel tabernacolo c'è Gesù vivo, che ci ama, ci attende tutti i giorni. C'è Gesù che vuole essere nostro amico, il nostro confidente che vuole suggerirci tante belle cose, che vuole donarci tutto il suo amore. Spesso ho modo di constatare che sono tanti coloro che vanno in chiesa soltanto la domenica e, spesso, non gli si rivolge neppure lo sguardo. Noi dovremmo educare i giovani a vivere "alla presenza di Gesù" fin dalla più tenera età. Fissando il tabernacolo con gioia; pensando che Gesù è lì vicino a noi, riusciremo a comprendere che Egli ci attende per ridarci pace, conforto e speranza.
IL MIO IMPEGNO: EVANGELIZZARE CON IL CANTO
Molte sono le persone che mi confidano i loro problemi, storie di disperazione, malattie, tracotanze e protervie, affetti disordinati, egoismi, gelosie, invidie. Alcuni escludono Dio dalla propria vita, e questo è un grosso sbaglio perchè solo lui è la sorgente dell'Amore che esplode per donarlo agli altri. Quante persone, seguendo questo filone, cadono in trappole mortali e, se non hanno riferimenti validi e coerenti, non riescono ad emergere. Ho assunto con responsabilità l'impegno di evangelizzare con il canto, e l'entusiasmo del pubblico, le confortevoli parole dei sacerdoti, le telefonate e gli inviti che mi arrivano perfino da oltreoceano, rappresentano per me un continuo input a continuare con perseveranza ed impegno serio. Ci sono ovviamente nella mia vita momenti critici, specie dovuti all'incapacità di comprendere il mio messaggio. Meno male che sono brevi momenti. Sono una figlia spirituale di Padre Pio, cercherò di essere fedele a Cristo Gesù e mi auguro di rimanere coerente alla mia scelta di vita, per non far sfigurare il mio papà ("Ti accetto come figlia spirituale a patto che non mi fai sfigurare". Padre Pio). Riguardo alle mie tournèes, ci sarebbe da raccontare: sono contenta che i gruppi di preghiera proliferano di anno in anno, che mi invitano a dare testimonianza. L'aspetto della carità per me è fondamentale;
continuerò sempre a devolvere le offerte dei miei concerti alla pediatria oncologica di Casa Sollievo. Il successo dei miei canti? Storie vere che raccontano vicende personali oppure episodi accaduti che Padre Pio ha voluto musicassi. Il novello Santo desidera che io trascini le anime al Signore proprio con tale mezzo, forse perchè gli piacevano sia la musica che il canto. Beniamino Gigli, Carlo Campanini ("Al cielo, al cielo, al cielo..."). Gliel'ho promesso che continuerò a farlo, con la massima umiltà e semplicità, con dedizione e con il vero amore di figlio spirituale verso suo padre. Spero che dal cielo continui a proteggermi insieme ai miei familiari e a coloro che mi sostengono, mi sopportano e mi vogliono bene. Sarò tutta per lui!
In tutti i suoi concerti-testimonianza,
Brunella parla della Casa Sollievo della Sofferenza,
Opera di Padre Pio, e in particolare della Pediatria Oncologica,
alla quale vengono devolute le somme liberamente date dai presenti.
dalla rivista
"La casa sollievo della sofferenza" n°20 (16-31 ottobre
2002)
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Preghiera, poesia e canto in nome di Padre Pio
a cura di
Gherardo Leone
Mi è impossibile tener dietro a tutto quello che fa, dice, scrive, Brunella Pavone.
Cantautrice di ispirazione cristiana, come si presenta nel suo biglietto da visita. E subito dopo:
responsabile del gruppo di preghiera "Padre Pio del Santo
Rosario" di Campobasso. E in basso: la sigla del suo sito Internet, quella dell'e-mail, cioè della posta elettronica, il numero del telefono fisso e quello del cellulare. Basterebbero solo tutte queste indicazioni a far capire come sia poliedrica la sua attività. L'unica cosa che non dice è la sua professione di architetto, almeno in origine praticata, ma ora non so più quanto. Per lettera, per fax, per telefono, per posta elettronica, veniamo ragguagliati dei suoi interventi a riunioni di gruppi non solo del suo Molise, ma anche di altre regioni. In cui parla: di Padre Pio; danza: correttamente, con uno stuolo di bambini; recita poesie:; le sue, tutte religiose; canta, infine: la sua passione, quella che la spinge a muoversi, viaggiare, andare dappertutto.
LA SUA TOURNEE IN AUSTRALIA
Nella scorsa primavera in Australia, con la sua famiglia. "Per portare - come scrisse nell'e-mail inviatoci prima della partenza - agli emigrati italiani e ai fedeli d'oltreoceano, dopo l'annunzio di Sua Santità soavissima Giovanni Paolo II, il messaggio della prossima canonizzazione del colosso cappuccino: Padre Pio da Pietrelcina". Vi è rimasta dodici giorni. Con un programma
preorganizzato da Maria Salpietro, di Melbourne. Che a San Giovanni Rotondo, tre anni fa, aveva sentito cantare Brunella nella sala della "Voce di Padre Pio", in occasione di un convegno dell'Accademia Internazionale Padre Pio di Lettere, Scienze ed Arti, dove lei stessa era stata premiata per una poesia. "Rimasi colpita - ci ha scritto - dalla dolcezza della sua voce, e soprattutto dall'immediatezza del messaggio che riusciva a comunicare alla platea". Divennero amiche, e da quell'incontro nacque l'idea di una tournèe in Australia. Non facile da realizzare per dei semplici devoti di Padre Pio, e non manager di spettacoli, com'erano loro. Ma la tenacia di entrambe, e tante provvidenziali circostanze favorevoli, intervenute nonostante personali vicende dolorose, hanno condotto in porto l'iniziativa. Con l'aiuto di "mio nipote Giancarlo che ha curato tutta la posta elettronica, di padre Frank Cavarra, di mia cognata Rachele Cursio, e di Ivano Ercole, della Rai e direttore di Rete Italia, è stato pianificato un nutrito programma che ha visto Brunella
impegnatissima in lungo e in largo per lo stato del Victoria. Desidero ringraziare di cuore la signora Rosa Sfameni, anima nobile e bella che ha ospitato nella sua villa Brunella con la sua famiglia".
L'ACCOGLIENZA DA PARTE DEI GRUPPI
"L'accoglienza da parte dei gruppi di preghiera - continua Maria Salpietro nella sua circostanziata relazione - è stata
meravigliosa". Lo vediamo nella raccolta delle relazioni che ci è stata inviata. Di cui possiamo pubblicare solo pochi stralci, con alcune foto.
LINA DI NICOLA
"In seguito alla telefonata mi sono incontrata con Maria Salpietro e mi sono impegnata a cooperare con lei ed altre volontarie, nella ricerca di sacerdoti disposti a mettere a disposizione la loro chiesa per il concerto di Brunella. Con gioia mi sono messa subito all'opera e devo dire che ogni sacerdote interpellato ha accettato ben volentieri la mia richiesta. Nella mia parrocchia di Maria Ausiliatrice, nel quartiere di "East Brunswick", dove si è tenuto l'ultimo concerto di Brunella, e nel cui cortile è situata una bellissima statua del nostro Santo Padre Pio, sono accorsi moltissimi italiani. Tutti hanno ascoltato con interesse, commozione ed entusiasmo, le belle parole di Brunella sull'Amato Padre Pio, e gioito del suo canto: questa forma così bella di preghiera che, rivolgendosi a Dio e alla Vergine Maria, narrava la vita, la spiritualità e la santità del nostro Padre Pio. In molti abbiamo l'invito di formare gruppi di preghiera, dato che fino a ora a Melbourne ce n'è uno solo presso la chiesa di San Paolo a "Coburg". Brunella non si è stancata di ripeterci l'importanza di questi gruppi di preghiera.
ISABELLA GUERRA
"Il 15 marzo 2002 la parrocchia di Airport West organizzò una serata con Brunella. Abbiamo invitato parrocchiani vicini e lontani. La sala parrocchiale era piena con oltre duecento persone, e Brunella con storie e canti ci ha fatto conoscere le esperienze della sua vita: una grande testimonianza di fede. Il suo messaggio: la preghiera e il Santo Rosario sono l'essenza della nostra vita".
FRANK DOMPIETRO
(Presidente dello Spinete Social Club Traralgon)
"A nome di tutta la comunità molisana d'Australia, ed in special modo quella Spinetese, ringrazio Brunella di tutto cuore per essere venuta in Australia a portarci la parola del Signore e la benedizione di Padre Pio. Sono sicuro che ha lasciato in tutti noi un ricordo bellissimo. I primi molisani emigrarono in Australia verso la fine degli anni '40 con qualche isolato caso prima di allora. I rientri in patria sono stati pochi e sporadici, e dopo oltre cinquant'anni di vita vissuta in ambienti totalmente diversi, specie ai primi tempi, la fede, quella vera, si è affievolita, fino in alcuni casi ad essere dimenticata. La presenza di tutti quei devoti al concerto di Brunella, nella chiesa di San Michael, qui a Traralgon, devo essere sincero, mi ha sorpreso. Il parroco, Padre Pita, australiano, ha detto che Brunella si è comportata come una missionaria. Abbiamo cominciato a riflettere sul messaggio di San Pio da Pietrelcina".
(Stralci da una lettera)
MARIA GIARDINA
"Quello che tanto ci sta a cuore è che anche a Melbourne si devono promuovere gruppi di preghiera dedicati al Santo Padre Pio. L'abbiamo promesso, e speriamo che riusciremo a formarlo anche nella nostra parrocchia. E' grande la gioia di sapere che abbiamo un intercessore così potente che raggiunge il Signore con facilità: San Pio".
TONY CURSIO
Sono Tony Cursio di S. Marco in Lamis (FG), risiedo da tre trent'anni a
Melbourne in Australia e la mia professione è quella di cantante, cantautore e musicista. Partii per l'Australia a quindici anni insieme a tutta la mia famiglia lasciando l'Italia a causa dell'estrema povertà della nostra situazione economica, storia comune a molte famiglie italiane nel primo dopoguerra. Fu proprio sulla nave che ci portava in Australia che nel giorno della festa della mamma cantai, dedicando a tutte le mamma, il famoso canto "Mamma". Tra i viaggiatori c'era un musicista che, dopo avermi ascoltato ed aver apprezzato le mie doti naturali, prese a cuore la mia situazione iniziandomi egli stesso allo studio della musica e del canto. Frequentai la scuola di musica e subito dopo incominciai a dare concerti e a organizzare spettacoli che coinvolgevano cantanti affermati provenienti da ogni parte del mondo. lo scorso mese di Settembre vidi in televisione un programma in onore di Padre Pio, che veniva trasmesso da S. Giovanni Rotondo. Subito pensai: "Che cosa strana! Io sono di S. Marco in Lamis, ho conosciuto Padre Pio sin da piccolo e, non ho mai fatto niente per Lui". Dopo un paio di giorni mi telefonò la poetessa Maria Salpietro, siciliana e residente da tanti anni a Melbourne. Maria mi disse che sarebbe venuta in Australia la cantautrice Brunella Pavone per una serie di concerti in onore di Padre Pio ed a tale proposito mi chiese di collaborare con lei. Ricordai all'istante la riflessione che avevo fatto i giorni precedenti ed accettai dicendo: " ...che strana coincidenza".Subito dopo l'arrivo di Brunella a Melbourne, Maria mi telefonò per presentarmi Brunella che mi salutò molto cordialmente facendomi sentire a mio agio. Ci raccontammo le nostre storie, e ci demmo appuntamento per i giorni seguenti. La conobbi di persona la sera del suo terzo concerto, io stesso volli presentarla agli spettatori, con grande loro sorpresa. Mi stupì tanto ascoltarla. Quella piccola donna riusciva a trasmettermi gioia, pace e serenità. Rimasi molto colpito dall'entusiasmo del pubblico che conosco molto bene; toccai con mano come, Brunella, con la sua semplicità, calamitasse l'attenzione e la partecipazione di tutti i presenti. Alla fine del concerto, le proposi di fare un lavoro insieme e le chiesi anche di scrivere ciò che le veniva in mente, lasciandosi guidare dall'emotività del momento. La sera successiva ci incontrammo nella mia casa che è anche studio di registrazione audio. Finimmo per comporre insieme un canto dal titolo: "O Padre Pio, scelto da Dio". I miei figli David e Adamo al pianoforte e alla chitarra, il figlio di Brunella, Arnaldo con l'armonica studiarono la base con l'arrangiamento; a mezzanotte registrammo le voci e alle tre di mattina, stanchi ed esausti, terminammo il lavoro.
ARGENTINA, CANADA E IL SUO MOLISE
Questo il viaggio in Australia di Brunella. Lo scorso anno era stata in Canada. E nel 1999 in Argentina. Senza contare i numerosi interventi nei gruppi di preghiera italiani, soprattutto nel suo Molise. Di cui citiamo, quelli notificatici ultimamente. A Pietracatella, in provincia di Campobasso, un concerto di testimonianza in onore di Padre Pio, il 25 maggio. Il 23 giugno, a Forcella di Pescosolido, serata organizzata dal gruppo di preghiera "Maria Santissima di Pompei", guidato da Simone Gabriella, che così ci ha scritto: "A questa serata sono intervenuti molti gruppi di preghiera dislocati nelle varie zone della diocesi di Sora, Aquino e Pontecorvo. Tutta la comunità di Forcella ha partecipato con grande impegno spirituale all'appuntamento. Subito dopo il "concerto-testimonianza" abbiamo partecipato alla
Santa Messa. Per concludere in bellezza ci siamo recati sul sacrato della nostra chiesa, dove regna sovrano un bellissimo monumento dedicato a San Pio, ed abbiamo concluso tutto ciò con la preghiera della pace. A questo punto non poteva mancare il volo dei colombi come simbolo di speranza e di pace". L'8 giugno a Giovinazzo, nella parrocchia "Maria Santissima Immacolata". "Abbiamo avuto la gioia di accogliere tra di noi Brunella Pavone - ci ha scritto il parroco don Giuseppe Milillo. La sua testimonianza e i suoi canti hanno suscitato nell'anomo di numerosi presenti nell'Auditorium "Don Tonino Bello" sentimenti di profonda riflessione, di commozione e ammirazione. La sua è stata una catechesi che ci ha invitati a riflettere sull'amore di Dio, della Vergine e la venerazione a Padre Pio. Parole e canto, semplici e commoventi, di profonda fede. Durante la serata è stata raccolta una somma per il reparto di pediatria oncologica della Casa Sollievo della Sofferenza".
(Stralci da una
lettera)
dalla rivista
"La casa sollievo della sofferenza" n°20 (16-31 ottobre
2002)
|
Un
anno meraviglioso
I gruppi di preghiera sono una scuola di formazione, sono l'occasione propizia per trasmettere valori spirituali, per scambiarsi un'esperienza di fede e per cooperare cristianamente. Il nostro, guidato da Brunella Pavone, rispecchia queste finalità: infatti negli incontri settimanali continua il suo cammino di formazione spirituale, intensificando momenti di preghiera e di catechesi con la lettura di pagine del libro di Padre Marciano Morra "Maria fonte di luce e di vita" e del dottor Sanguinetti "L'Opera di Padre Pio, canto d'amore e di speranza" e con la meditazione e la riflessione su vari temi. L'anno 2001 nel nostro gruppo c'è stata anche un'iniziativa molto simpatica: la nascita di un giornalino mensile, distribuito gratuitamente, alla cui stesura hanno contribuito tutti gli aderenti al gruppo. Si sono affrontati, tra l'altro,
vari argomenti tratti dalle pagine della vita di alcune figlie spirituali di Padre Pio come Raffaellina Cerase e Cleonice Morcaldi. Dopo i tristi momenti dell'11 settembre è iniziata un'altra bella esperienza, che continua tuttora: ci ritroviamo ogni sabato pomeriggio preso la chiesa della Libera per un'ora di adorazione eucaristica, seguita dalla recita del santo rosario e da preghiere e letture che hanno come tema la pace. E' diventato questo un incontro molto sentito, che vede il sabato la chiesa stracolma di fedeli. L'attività del nostro gruppo è stata improntata anche alla realizzazione di molti pellegrinaggi, anche questi necessari perchè sono comunque cammini di conversione, cammini di fede durante i quali si vivono momenti di pace interiore. Tra questi ricordiamo quello di febbraio a Pietrelcina e a Pompei, dove abbiamo portato i doni della Befana agli orfanelli, a Frigento presso il santuario della Madonna del Buonconsiglio, nel mese di maggio quello a Cascia, Assisi e monte della Verna sotto la guida di don Raffaele Bove e quello a Castelpetroso in occasione del secondo raduno dei gruppi di preghiera del Molise organizzato dal nostro gruppo. E' stata quest'ultima una giornata di forte spiritualità, grazie alla presenza di Padre Marciano Morra, segretario generale dei gruppi di preghiera, e di padre
Gerardo di Flumeri. C'è stato poi il viaggio a Roma dove, nell'arcibasilica di San Giovanni in
Laterano, è stata accolta la Madonna della Libera, la "Madonna di Pietrelcina" tanto cara a Padre Pio. Ci sono stati in quella giornata momenti forti di catechesi con interventi di padre Marciano, di monsignor Ruotolo, di Brunella Pavone che ha trattato il tema "Padre Pio e la Madonna" e di altre personalità che hanno incoraggiato i gruppi di preghiera a continuare nel loro cammino per essere fari di luce e di amore così come voleva Padre Pio. A tutti questi pellegrinaggi
bisogna aggiungere i numerosi viaggi fatti a S.Giovanni Rotondo come quello di maggio alla presenza del cardinale Ersilio Tonini, quello di giugno con la visita alla Casa di riposo e al reparto di Pediatria oncologica, quello di luglio in occasione del convegno dei gruppi di preghiera, la veglia del 23 settembre che coinvolge ogni anno sempre tante persone (quest'anno ben 14 pullman), molte delle quali entrano a far parte del gruppo. In occasione del pellegrinaggio di novembre c'è stata anche la Via Crucis per la pace e la visita a Monte Sant'Angelo.
(Dalla relazione del gruppo)
dalla rivista
"Gruppi di preghiera" di settembre
|
Un concerto in onore di
Padre Pio al teatro "Ariston" di Campobasso
O mio Gesù, a te
grazie! (il
1°concerto di Brunella Pavone)
di don Angelo
Spina
«Domenica,
con il tiepido sole primaverile, sbocciava nel giardino della Chiesa
un fiore: il beato Pio da Pietrelcina. Tutto il mondo ha gioito per
la sua beatificazione. Il Molise ha accolto l'umile frate più volte
nei suoi conventi, come studente nel convento di San Nicandro a
Venafro (Isernia), al convento Santa Maria del Monte a Campobasso,
al convento di Sant'Elia a Pianisi...».
Mentre
le luci si smorzavano nella sala gremita di gente, l'attenzione
veniva catturata dal faro che illuminava il sipario del palco. La
serata del concerto di Brunella Pavone - il 7 maggio scorso, nel
teatro «Ariston» di Campobasso - veniva aperta dal presentatore
con queste parole: «Domenica, con il tiepido sole primaverile,
sbocciava nel giardino della Chiesa un fiore fresco, puro,
bellissimo: il beato Pio da Pietrelcina. Tutto il mondo ha gioito
per la sua beatificazione. Il Molise ha accolto l'umile frate più
volte nei suoi conventi, come studente nel convento di San Nicandro
a Venafro (Isernia), al convento Santa Maria del Monte a Campobasso,
al convento di Sant'Elia a Pianisi. Dovunque il beato Pio è passato
ha sconvolto le coscienze e consolato i cuori. Brunella Pavone è
stata fortemente toccata dalla figura del frate di Pietrelcina che
è rimasta uno dei punti fermi della sua vita. Ha inciso due
audiocassette: il ricavato dell'ultima incisione, unito all'incasso
della serata all'Ariston, è stato devoluto interamente per la
canonizzazione di Padre Pio e per il reparto di pediatria oncologica
della Casa Sollievo della Sofferenza».Il sipario si apriva con
calma e solennità; al centro, luminosa e imponente, emergeva la
statua in bronzo di Padre Pio che suscitava in tutti gioia, subito
tradotta in un fortissimo applauso. Brunella iniziava il concerto
con il primo brano: «O mio Gesù, a te grazie ! ». I diversi brani
- O Maria dolce mamma; O Pietrelcina; Siamo giovani ardenti; Mamma
nostra sei tu; In te Signor; San Giovanni Rotondo; O Mamma Immacolata;
O Padre Pio, padre amatissimo; Pace e bene!; O Mamma bella; Auguri
padre a te; Buonanotte mio caro papà - venivano intervallati da
testi recitati e da balletti eseguiti dalla scuola di danza «Renato
Greco Dance Studio» di Tiziana Carano. Momenti densi di riflessione
hanno caratterizzato la serata . In rappresentanza della Casa
Sollievo della Sofferenza è intervenuto il dottor Giuseppe Gusso
che, oltre a dare un profilo biografico di Brunella, ha fatto
cogliere la profondità umana e spirituale di Padre Pio destando in
tutti interesse e commozione. Il professor Paolucci, del reparto di
oncologia pediatrica, ha evidenziato l'impegno della medicina e
della scienza a favore della persona umana e soprattutto dei
bambini, aprendo scenari di speranza per il prossimo futuro. Padre
Marciano Morra, segretario generale dei gruppi di preghiera di Padre
Pio, ha saputo con humour presentare fatti e aneddoti facendo
cogliere aspetti della personalità del Beato Padre Pio in un modo
nuovo. Un pubblico attento ha gustato il concerto e la serata, che
rimarrà indimenticabile per la città di Campobasso. Brunella, con
emozione e semplicità non ha solo cantato, ma ha pregato. Ha
cantato il suo amore al Signore, a Padre Pio. Una varietà di canti
dai quali si è percepito tutto un cammino spirituale che parte da
una«conversione» per approdare ad una scelta totale e definitiva
di vita ordinata alla gloria di Dio Padre misericordioso. Musica,
canto, riflessione, tutto riuscito alla perfezione e questo grazie
al pubblico, alla famiglia De Benedittis che ha messo a disposizione
il teatro Ariston, ai tecnici Antonio e Tony, a Silvio Boron per le
luci, ad Antonio Presutti e signora, a Rosario Presutti, alla scuola
di Danza di Tiziana Carano e a tutte le ragazze, al maestro
Pierluigi Armagno, arrangiatore dei brani della prima e seconda
audiocassetta, a Tiziana de Santis, direttore artistico, a don
Angelo Spina che ha presentato, e a Brunella che ha fatto risuonare
le parole di Padre Pio: «Unisciti agli angeli per lodare Dio in
cielo».
(Casa Sollievo della sofferenza 1-15 settembre 1999) |
Concerti di Brunella
Pavone
Per i bambini dei
reparti dell'ospedale di Padre Pio
Brunella
Pavone, molisana di Campobasso, di professione architetto,
cantautrice per vocazione, è attivissima nel compito che si è
prefisso da tempo di divulgatrice della spiritualità di Padre Pio
con i suoi talenti e con il suo operato inesausto. Il 16 febbraio
scorso ha tenuto un concerto dedicato al Beato Padre Pio nella sala
convegni della Casa Sollievo della Sofferenza, a sostegno
particolare della Ematologia e Oncologia Pediatrica dell'Opera di
Padre Pio. Il presidente vescovo Monsignor Riccardo Ruotolo le ha
rivolto il saluto e un pensiero di gratitudine. Il 23 luglio a
Guglionesi, nel Molise, alla fine della riunione del gruppo di
preghiera «San Francesco d'Assisi», come da relazio del direttivo
del gruppo, "la signora Brunella ci ha reso partecipi della sua
testimonianza, diventata scuol a
di vita e di preghiera, secondo i desideri del Beato Padre
Pio". A Bojano, sempre nel Molise, nel corso di una settimana
di festeggiamenti presso la casa di riposo cittadina, presenti tra
gli altri una cinquantina di italo-canadesi, ha tenuto un concerto
con il ricavato devoluto al reparto di Oncologia Pediatrica della
Caa Sollievo della Sofferenza. Ha partecipato a numerose
manifestazioni in varie paesi della provincia di Campobasso e di
Isernia: a Vinchiaturo, in occasione dell'inaugurazione del
monumento a Padre Pio; a Longano, nella chiesa madre; a Busso; a San
Martino in Pensilis, a Bojano; a Isernia.
(Casa Sollievo della sofferenza 1-15-ottobre 2000) |
A San Giovanni Rotondo
CANTI,
DANZE E POESIE NEL NOME DEL BEATO PADRE PIO
Il
16 Febbraio scorso, nella sala convegni della Casa Sollievo della
Sofferenza, a San Giovanni Rotondo, Brunella Pavone ha tenuto un
concerto per i degenti ed i loro familiari, dedicandolo in
particolare ai bambini ed a Padre Marciano Morra - Segretario
generale dei Gruppi di preghiera - in occasione del suo compleanno .
La devozione della cantante di Campobasso, si è espressa ancora una
volta in limpide note ed accenti sinceri. Oltre ai brani eseguiti
nella tradizionale forma concertistica, tra i quali "O mio
Gesù, a Te grazie!", che da il nome alla raccolta della
cantautrice, il pubblico ha potuto gustare alcune canzoni arricchite
dalle coreografie del Centrodanza di S. Giovanni Rotondo, diretto da
Rita Ripoli. "Che felicità", "Angiolino" e
"Buonanotte, mio caro papà" - questi i tre titoli in cui
alla musica e alla voce si è unita la danza - sono risultati
altrettanti momenti di particolare gioia e lode al Signore, per i
doni che elargisce a tutti noi attraverso i suoi frati, che la
cantante cita più volte nella sua opera creativa, sempre ispirata
alla sua esperienza autentica di conversione e di amore in nome del
Beato Pio da Petrelcina. Anche la lettura dei brani "Diletta
figlia mia " e "O Dio d'amore", i cui testi sono
stati recitati nella loro semplice essenzialità da una delle
"voci" di Radio Tau - la Voce di Padre Pio, ha contribuito
a creare quel clima di preghiera e testimonianza che è una
caratteristica fondamentale dello stile e dell'agire di questa
figlia spirituale di Padre Pio. Resta da ricordare che la
cantautrice quel giorno festeggiava il suo compleanno: per
l'occasione a lei sono giunti gli auguri dei tanti presenti in sala
tra cui (oltre al già citato padre Marciano), padre Gerardo Di
Flumeri, direttore spirituale di Brunella Pavone, Mons. Riccardo
Ruotolo, Mons. Giuseppe Ruotolo, fra Lorenzo Orecchia, fra Angelo
Guida, il prof. Giuseppe Gusso, il prof. Paolo Paolucci ed
altri.
Maria Pia Picciafuoco
(Estratto da Casa
Sollievo della sofferenza ) |
A Campolattaro
(BN)
Una visita
gradita
Il
12 Febbraio scorso, alle ore 16, nella chiesa di San Sebastiano in
Campolattaro (BN), la signora Brunella Pavone, figlia spirituale del
Beato Padre Pio, ha incontrato il locale Gruppo di preghiera di
Padre Pio. Erano presenti le autorità del paese e alcuni Gruppi di
preghiera dei centri limitrofi. La signora Pavone, nella sua
semplicità piena di tanto amore verso Dio, si è rilevata una
consigliera preziosa, una guida morale per la piccola comunità,
fatta di gente semplice e mite, ancora in via di formazione
spirituale, in cerca di una fonte dalla quale attingere coraggio e
forza per continuare il cammino di fede iniziato.La sua presenza ha
fortificato tutti moralmente. Le sue testimonianze, la sua attività
ormai tutta dedita al prossimo, ha fatto capire come vanno
affrontate le quotidiane difficoltà e come bisogna vivere, con
intensa spiritualità, la vita di gruppo, che non è soltanto stare
insieme, pregare e salutarsi, ma realizzare un rapporto profondo di
solidarietà e di comunione fraterna.
Nicole Loredana Nardone
(da Voce di
Padre Pio, Anno XXXI- 5 Maggio - 2000 )
|
Brunella
Pavone: cantautrice e apostola
Canto per aiutare il
prossimo comunicando speranza e fede.
Brunella
Pavone di Campobasso è instancabile nella sua molteplice attività
nel mondo di Padre Pio e dei gruppi di preghiera, come
organizzatrice di concerti-testimonianze, pellegrinaggi del suo
gruppo di preghiera «Del Santo Rosario ed altre iniziative
benefiche. Da un suo intervento a Busso, Campobasso,
all'inaugurazione del monumento a Padre Pio, il 6 agosto scorso,
riprendiamo un brano che è come la presentazione della sua
attività. «Io credo che ogni uomo ha una vocazione e che il
Signore chiama tutti. Siamo noi che dobbiamo saper rispondere a
questa sua chiamata e offrire le nostre capacità affinché possano
essere
utili per gli altri. Oggi sento che la mia chiamata si manifesta
nell'essere moglie, madre, terziaria francescana, figlia spirituale
di Padre Pio Pio e cantautrice di ispirazione cristiana. Io canto e
le mie canzoni nascono come mezzo per aiutare il prossimo
nell'avvicinarsi a Dio comunicando speranza, fede e amore nei
confronti di chi soffre, di chi è alla ricerca di Dio, di chi ha
bisogno di una parola d'a more». Nella sua attività poliedrica, ha
avuto anche il tempo di fare un libro: «Una vita attraverso le
immagini - Documentazione fotografica del Gruppo di Preghiera
"Padre Pio del Santo Rosario" (pro-vocazioni sacerdotali e
religiose)».È un condensato di tutta la sua vita di cristiana, di
artista, di devota di Padre Pio aderente ai suoi gruppi di
preghiera. Molte immagini: con il Papa, con prelati e religiosi tra
cui i confratelli di Padre Pio, e con familiari e amici. Foto dei
concerti, dei pellegrinaggi, di tutto ciò insomma che fa parte
della sua vita dinamica e generosa. Vi sono anche sue composizioni,
lettere, riflessioni. Ricordiamo anche che ha prodotto una apprezzata
audiocassetta con i suoi canti spirituali dal titolo: «O Padre Pio,
Padre amatissimo».
estratto dal n. 23-24 (Dicembre2000) |
In
viaggio all'estero
In concerto tra i
gruppi di preghiera del Canada per onorare Padre Pio
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Nello scorso mese di aprile i Gruppi di preghiera delle varie
località del Canada hanno vissuto incontri particolari di spiritualità nel clima di Padre Pio, con la gradita
presenza di Brunella Pavone, giunta da Campobasso a portare con i
suoi canti una testimonianza di amore e devozione allo stimmatizzato
del Gargano. Il fitto programma di incontri è stato organizzato da
padre Michele Perrella, che dalla Diocesi di Bojano-Campobasso è
passato dal 1969 alla Diocesi di Toronto in Canada, al servizio
degli emigrati Italiani. Grande partecipazione e calorosa
accoglienza è stata riservata alla cantautrice negli incontri che
dal 20 al 29 aprile si sono susseguiti presso il Gruppo della chiesa
del "Santissimo Rosario" di Thorold, costituitosi nel
1988; tra i devoti della chiesa dei Santi Pietro e Paolo in
Mississauga; nel gruppo "Padre Pio" in Maple di Vaughan,
fondato nel 1997 nella Chiesa di S. Davide; nel Gruppo "Amici
di Padre Pio" di Toronto, fondato nel 1986, numerosissimo e
molto attivo anche nelle iniziative caritative; nel Gruppo della
Chiesa di "St. Margareth Mary" in Woodbridge, nato il 23
settembre 1999 sotto la guida del parroco Monsignor John Iverinci;
nei Gruppi delle parrocchie di S. Antonio di Padova ad Hamilton e
della Madonna del Carmine a Montreal.
estratto dal n.
15-16 (Agosto 2001) |
A
Cinzano d'Alba (Cuneo)
Tre giorni nel
nome di Padre Pio per il secondo anniversario del gruppo.
Nei
giorni 16, 17 e 18 marzo 2001 la nostra unità pastorale
comprendente le parrocchie di Santa Paola della frazione Cinzano;
San Vittore Martire della frazione Pollenzo; Beata Vergine del Buon
Consiglio della frazione Macellai; Maria Vergine Assunta di Santa
Vittoria d'Alba; Santi Giorgio e Donato di Pocapaglia - ha
festeggiato il secondo anniversario della costituzione del nostro
gruppo di preghiera «Regina del Santo Rosario» avente sede nella
parrocchia di Santa Paola in Cinzano e con la direzione spirituale
del parroco don Agostino Garabello. Gli incontri programmati hanno
visto l'attesa partecipazione di padre Ludovico Cocola, frate
cappuccino di S. Giovanni Rotondo e della cantautrice di Campobasso
Arch. Brunella Pavone, terziaria Francescana, molto attiva per
l'opera di Padre Pio. Durante l'incontro mensile, anticipato per
l'occasione a venerdì sera 16 Marzo, padre Ludovico ha partecipato
alla recita del rosario ed alla preghiera di guarigione per gli
ammalati; al termine ha presieduto la santa Messa, parlando, al
momento dell'omelia, sul tema "Padre Pio e S. Francesco:
confronto e similitudini tra il Gargano ed il monte della Verna".
La giornata di sabato 17 marzo è stata dedicata alla visita degli
ammalati delle parrocchie, portando loro parole di conforto e
l'esempio di Padre Pio che per oltre 50 anni è stato abbracciato
alla croce di Gesù Cristo, sicuro di far la volontà del Padre che
è nei cieli per il bene dei fratelli. Al pomeriggio è stata
visitata la casa di accoglienza per anziani del comune di Pocapaglia,
creata e gestita amorevolmente dal parroco don Aldo Molinaris.
Durante la visita il nostro gruppo di preghiera ha fatto dono di
un'attrezzatura appositamente fatta costruire in acciaio, come da
indicazioni della casa di accoglienza. Alle ore 17.00, insieme al
parroco don Carlo Franco, padre Ludovico ha concelebrato la santa
Messa nella parrocchia Beata Vergine del Buon Consiglio della
frazione Macellai, suscitando nei presenti, con le sue parole
semplici ma profonde, intensi attimi di riflessione e di riscoperta
gioia interiore. La celebrazione è stata allietata da un canto di Brunella Pavone. A conclusione di questa intensa giornata, alle ore
20.30 nella parrocchia si S. Vittore Martire della frazione Pollenzo,
si è svolto il concerto - testimonianza di Brunella Pavone. I suoi
melodiosi canti, tutti dedicati alla figura dell'amato Padre Pio ed
alla sua instancabile opera, sono stati intervallati da momenti in
cui l'attenzione dei presenti è stata attratta da semplici
riflessioni su esperienze di vita quali la famiglia, il lavoro,
l'impegno sociale, i bisognosi e gli ammalati. Grazie alla
spontaneità e ferma convinzione delle testimonianze presentate, la
cantautrice ha saputo trasmettere ai presenti, anche ai bambini, il
messaggio dei punti focali della parola di Gesù, facendo
comprendere meglio con i suoi canti quanto può essere dolce e
melodioso, impetuoso e travolgente come un fiume in piena, l'amore
con cui Gesù Cristo ha toccato il cuore degli uomini, per i quali
ha sofferto fino all'estremo sacrificio. Il momento più dolce è
stato quando, ai piedi dell'altare, la cantautrice ha radunato tutti
i bambini presenti, insegnando loro ad accompagnare anche
ritmicamente la canzone finale del concerto. Le offerte raccolte
durante la serata sono stata donate al reparto di oncologia
pediatrica della Casa Sollievo della Sofferenza. Al termine del
concerto molti sono stati gli applausi e gli incontri con le singole
persone per una parola di conforto e di preghiera. Le celebrazioni
per questo secondo anniversario si sono concluse Domenica 18 marzo
con la santa Messa nella parrocchia di Santa Paola in Cinzano,
concelebrata dal parroco e direttore spirituale del gruppo don
Agostino Garabello e da padre Ludovico Cocola.
Enza Cogno
estratto dal
n. 15-16 (agosto 2001) |
Raduno
dei Gruppi del Molise nel Santuario di Castelpetroso
Con Padre Pio nel
nuovo millennio sorretti da Maria Santissima.
Il
27 maggio scorso presso il santuario dell'Addolorata di
Castelpetroso (IS) si è tenuto Il Raduno dei Gruppi di preghiera
di Padre Pio nel Molise, organizzato dall'infaticabile Brunella
Pavone. È una luminosa e tiepida domenica di maggio,
mese tutto mariano. In mattinata arrivano i Gruppi del «S.
Rosario» di Campobasso, di Pratola Serra (AV), di
Guglionesi (CB), di Monteroduni (IS) e alcuni
rappresentanti di Venafro, Isernia, Longano, San Martino in Pensilis,
Busso, Matrice, Termoli e Sessano del Molise. Sono presenti,
inoltre, tantissimi altri pellegrini, fra i quali spicca un folto
numero di giovani (venuti a piedi da Isernia con don Vincenzo
Chiodi, parroco della cattedrale), da Napoli, Latina, Benevento,
Cassino e da altri paesi viciniori molisani e campani. Conosciamo
anche due coniugi scozzesi: Joe ed Emilia Bonner, i quali fanno
parte del gruppo di Newmains in Scozia. Il rettore del santuario, padre Michele M. Iorio, saluta ed accoglie
tutti con la sua parola illuminata e pacata. Poi accompagna i
fedeli per la pia devozione della «Via Matris», lungo le pendici
della montagna santa, per illustrare e contemplare i sette dolori
della Mater divina. A mezzogiorno la santa messa concelebrata
dai sacerdoti presenti e presieduta dal vice postulatore della causa
di Padre Pio, padre
Gerardo Di Flumeri. All'offertorio l'omaggio floreale alla
Madonna, regina della primavera cele ste. Dopo il pranzo al sacco,
nella sala del «Villaggio di Maria» c'è la recita del rosario
meditato con testimonianze commentate da don Agostino Lauriola, parroco di Monteroduni (IS). Al saluto affettuoso e fraterno
di padre Gerardo, che assicura la canonizzazione del «nostro
Beato» a breve scadenza fa seguito una conferenza
di padre Marciano Morra, Segretario generale
dei Gruppi di preghiera. Il tema è: «Con Padre Pio
nel nuovo millennio, sorretti da Maria Santissima, "stella
della nuova evangelizzazione"». Viene evidenziato che il
«Gruppo» non è solo uno strumento atto alla propagazione della
preghiera, bensì anche della carità; non ha solo lo scopo di
riunire i fedeli mensilmente per pregare insieme ed ascoltare la
parola di Dio, ma anche di metterla in pratica con l'aiuto morale e
materiale ai piú deboli, ai «diversi», ai poveri, ai piú
piccoli, ai diseredati, agli sfiduciati, a chi lotta nelle tenebre e
nella disperazione. Al cader del sole tutto termina con la promessa
di diventare migliori, di rivederci l'anno prossimo ancor piú
numerosi e con un forte applauso a quanti hanno collaborato per
farci godere un'indimenticabile giornata, ricca di spiritualità e
di fraternità, di grazia e di "paradiso".
Ida Notte
estratto dal
n. 15-16 (agosto 2001) |
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